Avevo 13 anni, il giorno in cui cambiò la mia vita. Quel giorno che non riuscii ad afferrare la porta della mia classe per entrare. Faceva molto freddo e le mie mani erano intorpidite, nonostante portassi i guanti… non ci feci molto caso. Ma poi successe ancora e ancora… anzi peggio, mi sfuggivano gli oggetti dalle mani, non riuscivo a stringerle e poi rilasciarle… anche a casa.
Il mio medico attribuì il tutto allo sviluppo, o, forse, a una mia fissazione. Avevo 17 anni, quando mi fecero la diagnosi certa, dopo più di un mese di ricovero, ed esami su esami: distrofia muscolare. Io non sapevo cosa fosse, mi facevano paura quelle parole altisonanti che diventavano sempre più frequenti nella mia vita… distrofia miotonica di Steinert …sì, ma non sapevo cosa voleva dire. Purtroppo, l’ho imparato troppo presto, cosa significasse… voleva dire, limitazioni, impedimenti, difficoltà sempre più grandi… voleva dire non poter andare più a scuola, non poter più essere infermiera, non poter più essere io ad assistere ma ad aver bisogno di essere assistita. Voleva dire perdere tutto, non poter più fare una corsa, una passeggiata, essere costretta sempre più a dire “non posso”.
Ho perso, quanto ho perso… quanto dolore nella mia vita… Poi… arriviamo alla carrozzina, al pacemaker, alla ventilazione… Ma arriviamo anche ai 40 anni… si dice che la vita comincia a 40 anni, è per me è stato così. Infatti, solo adesso, a 40 anni, so che cos’è la vera vita. Non solo limitazioni, carrozzina ecc., ma la felicità e l’amore. Perchè ho conosciuto l’amore e la felicità solo adesso, con un uomo fantastico… è entrato nella mia vita come un Principe, poco importa se anziché avere un cavallo bianco aveva una carrozzina… è entrato come un Principe ed è diventato il Re del mio cuore.
Gabriella Stefanucci (dal suo libro Amore e altre storie)
L’AMORE VINCE TUTTO
di Carmine Parziale
Gabriella Stefanucci, Gabry per me e per tutti i suoi tanti amici, che la portano nel cuore, è partita, è volata via lasciando una scia luminosa quel mattino del 10 agosto 2022, dopo un breve periodo di coma dovuto alle gravi complicazioni della sua malattia genetica, distrofia miotonica di Steinert. Genetica, e per molti versi simile all’atassia. Gabry è stata con me, è stata la mia ragazza per 16 anni.
Non ci sono parole, né scritte né parlate, che possono esprimere il grande senso di vuoto e di smarrimento che da quel 10 agosto colmano il mio cuore. Solo oggi riesco a parlarne senza essere sopraffatto dall’angoscia. Restano solo i ricordi e sono tanti. Tutte le cose vissute insieme, dalle più belle e gioiose a quelle più tristi, sono per sempre incise nel mio cuore. Le ricordo tutte. Ricordo tutto con estrema nitidezza e dolcezza. Dalle nostre vacanze al mare, che amava tantissimo, alle moltissime feste e concerti, alle semplici giornate di quei fine settimana soltanto io e lei, a casa sua o, se il tempo lo permetteva, nel vicino parco di villa Scheibler, oppure nel centro commerciale. Dal nostro primo incontro, quell’inizio di marzo del 2006, quando, con la mia macchina, non riuscivo a trovare la casa dei suoi, dove viveva allora, e lei, per agevolarmi, mi è venuta incontro, tutta infreddolita, sulla sua carrozzina elettronica.
È iniziata così una straordinaria avventura durata ben 16 anni, dove insieme abbiamo attraversato la vita, con coraggio, come gli eroi comuni della canzone di Bowie, “Heroes”, la canzone che tanto amava, da farne la suoneria del suo cellulare. Un’avventura costruita insieme con tanto amore nonostante le nostre disabilità, le nostre limitazioni che negli ultimi anni si son fatte sempre più forti, dove abbiamo condiviso tutto.
Eravamo molto diversi, Gabry ed io, ma questo non ha impedito la crescita e l’intensità del nostro rapporto. Era estremamente comunicativa e impulsiva, lo dimostrano i suoi due libri, nati proprio dalla forte esigenza di comunicare le sue emozioni, in forma di poesia, di breve racconto. In questi libri, Amore e altre storie e Tutti gli amori del mondo, ci racconta di lei, dell’amore, dei figli, Simone e Andrea, dell’amore per gli animali. Ci parla dei bambini disabili conosciuti alla Nostra famiglia di Bosisio Parini. La vita di Gabry, è stata molto sofferta, dalla perdita del suo primo bambino Simone, mancato a soli due mesi. Esperienza dolorosissima che segnerà fortemente la sua vita.
Gabriella porterà sempre nel cuore il piccolo Simone. Piena di curiosità, e carica d’amore, da lei ho appreso tanto, l’amore per la lettura, e non ultimo, l’amore per gli animali. Io sono più introverso e discreto ma insieme ci completavamo a vicenda, eravamo una forza della natura, una fantastica esplosione d’amore. In sedici anni ho vissuto tutto quello che c’è da vivere, come se fosse tutta una vita intera. Per questo lei è stata il dono più bello della mia esistenza, quello che le ha dato un senso e una pienezza indescrivibili. Ora devo e voglio vivere anche per lei e onorare e mantenere vivo il suo ricordo. “Custodirò sempre nel mio cuore, con infinito amore, come tesoro inestimabile, quel 31 luglio 2022, quando ancora cosciente, ti accarezzavo i capelli e ti sussurravo dolci parole d’amore mentre tu mi regalavi i tuoi ultimi sorrisi.
Il tuo dolce sorriso colmo d’amore che non avrei più visto. Ora il re del tuo cuore è rimasto solo ma ha un angelo speciale, molto speciale: sei tu Gabry. Ti porterò sempre con me amore mio adorato. Al nostro amore.. per sempre e anche oltre..” Io, io sarò re e tu, tu sarai la mia regina.. per sempre e sempre. (da “Heroes” di David Bowie)